“Curiosità d’altri tempi”: storia della culla sulle Alpi

“Curiosità d’altri tempi”: storia della culla sulle Alpi

Ultimo appuntamento della stagione con Rita Cristina Manfro e la rubrica “Curiosità d’altri tempi”. Oggi abbiamo parlato delle culle che si utilizzavano sulle Alpi per accogliere i neonati.

Sulle nostre montagne si utilizzavano le culle, giaciglio dei neonati e dell’umanità, di varie forme e dimensioni, con differenti materiali. Oggi se ne trovano di belle, anche come fioriere nei borghi alpini. Si puiò dire che la culla nasce prima del bambino, ha infatti origini molto antiche. L’infanzia sulle Alpi, fino a pochi decenni fa, era un periodo delicato a causa delle precarietà di salute, della speranza di vita alla nascita, della mortalità infantile, peraltro molto elevata (anche se meno che in pianura). I maggiori pericoli erano il rischio di incendi, specie quando nel periodo invernale, la culla veniva collocata quanto più vicino possibile al fuoco, le cadute dalla culla (ma anche i ribaltamenti durante il dondolio) e l’attacco da parte di animali. Non dimentichiamo che le mamme erano solite portare con sé la prole nel loro lavoro sui campi, e gli attacchi di roditori, rapaci, serpi non si sottovalutavano mai. La culla era costantemente sorvegliata dai fratelli maggiori o dalle altre donne a turno. I santuari alpini sono tempestati di ex voto che illustrano tali scene di scampato pericolo!

Ma come erano fatte le culle alpine? Come veniva allestita una culla? A queste domande ha dato una risposta Cristina Manfro, rivelandoci anche tante curiosità.

Qui potete riascoltare tutte le curiopsità d’altri tempi:

La rubrica “Curiosità d’altri tempi” va in vacanza, appuntamento a settembre con tantissime nuove curiosità!